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Incrociatori pesanti italiani in linea di fila. In primo piano pezzi da 203/50. |
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Impianto binato poppiero OTO da 120/50 mod. 1931 di un caccia della classe Poeti. |
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Un incrociatore leggero della classe 'Condottieri' 1ª serie. Queste unità disponevano di 4 torri binate da 152/53 mod. 1929. |
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Vista frontale di una nave da battaglia della classe Giulio Cesare. I pezzi da 320/44 delle due unità di questo tipo furono i primi grossi calibri della Regia Marina ad entrare in azione nel corso della IIª guerra mondiale (Punta Stilo, 9/7/1940). |
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Il caccia Espero. I suoi pezzi da 120/45 colpirono l'incrociatore britannico Liverpool. |
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L'azione del 28 giugno 1940 che vide l'impari scontro tra i 3 caccia Ostro, Zeffiro ed Espero diretti a Tobruk e 5 incrociatori inglesi. Nonostante da parte britannica sia sempre stato negato qualsiasi danno causato dal fuoco italiano, oggi è possibile dire che i 120/45 dell'Espero colpirono il Liverpool. |
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Complessi binati bivalenti (AA/AN) OTO da 100/47 mod. 1928 a bordo di un incrociatore pesante della Regia Marina. Quest'arma costituì il sistema contraereo pesante ed antisilurante di quasi tutti i più importanti tipi di unità italiane entrate in servizio nel decennio 1928/1937. |
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La torpediniera Vega, affondata all'alba del 10 gennaio 1941 dopo aver attaccato una formazione navale inglese nel Canale di Sicilia. Notare i tre complessi singoli da 100/47 mod. 1931. |
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Il caccia Ugolino Vivaldi, protagonista assieme al Maloncello dell'azione a fuoco durante la quale venne colpito il dragamine di squadra Hebe. |
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Torre singola OTO da 100/47 mod. 1937 a bordo di una corvetta della classe Ape. |
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Torri binate OTO da 120/50 mod. 1933 a bordo della nave da battaglia Giulio Cesare che, come la gemella Cavour, disponeva di 6 impianti di questo tipo. Le bocche da fuoco erano le stesse impiegate sui caccia, ma la torre era corazzata e completamente chiusa. |