Storia Militare, N° 12 - Settembre 1994
Il porto di Tripoli nel gennaio 1943 (probabilmente il 14). Da sinistra, in senso orario, le torpediniere Lince e Perseo (probabile), una nave cisterna danneggiata, la torpediniera Calliope, la cisterna acqua militare Tanaro, il posamine Eso (ex jugoslavo Sokol), un idro Cant Z 506 ambulanza e due motovelieri. (coll. C. Lucchini) |
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Convoglio scortato in navigazione verso Tripoli. Nella foto, scattata da bordo di una torpediniera nella primavera del 1941, si riconoscono, da sinistra, la motonave Victoria ed i piroscafi Conte Rosso e Marco Polo adibiti a trasporto veloce di truppe per l'Africa settentrionale. (g.c. M. Rubini) |
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Due drammatiche immagini dell'abbandono della motonave Oceania (19.507 tsl) da parte delle truppe imbarcate a Taranto per essere trasferite in Tripolitania. La bella e veloce motonave, che navigava in convoglio con le similari Neptunia e Vulcania, è stata colpita dai siluri del sommergibile inglese Upholder al largo di Tripoli il 18 settembre 1941 contemporaneamente alla motonave Neptunia. Le due unità affonderanno poco dopo con perdite di personale piuttosto contenute in quanto le navi di scorta riusciranno a trarre in salvo 5.434 uomini sui 5.818 complessivamente imbarcati. (Coll. E. Bagnasco) |
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Vedi altri particolari sull'affondamento | |
Immagine aerea di parte di un convoglio scarico che sta rientrando in Italia, scattata da bordo di una sezione di bombardieri S79 nelle prime ore del mattino del 19 giugno 1941. Da sinistra, in senso orario, il piroscafo Caffaro (con a rimorchio la torpediniera Polluce danneggiata), il piroscafo Nirvo e la torpediniera Cigno, diretti da Tripoli a Trapani e Napoli. (Coll. E. Bagnasco) |
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Mediterraneo centrale, alba del 4 gennaio 1941. Il principale convoglio dell'Operazione M.43, in navigazione sotto la protezione di navi da battaglia e incrociatori, da bordo di uno dei quali questa foto è stata scattata. Si riconoscono, da sinistra, le motonavi Monginevro, Allegri e Monviso dirette a Tripoli ove giungeranno con l'intero convoglio il giorno successivo. (Coll. E. Bagnasco) |
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L'ammiraglio Arturo Riccardi, Sottosegretario di Stato e capo di Stato Maggiore della Regia Marina, nel marzo 1943, in occasione della visita a Roma del capo della Kriegsmarine, ammiraglio Karl Doenitz, che si riconosce alla sua destra. (Coll. E. Bagnasco) |
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Pezzo controcarro tedesco PAK 40 da 7,5 cm viene sbarcato a mezzo di un pontone da una nave mercantile in un porto libico nel 1941. La scarsa capacità di discarica dei porti dell'Africa settentrionale fu un altro "problema nel problema" del rifornimento delle armate oltremare. (Coll. E. Bagnasco) |
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Sbarco nel porto di Bengasi di una blindo Sd. Kfz. 223 dell'Afrika Korps da bordo di una torpediniera affiancata alla banchina. Spesso, nei periodi più difficili della lunga "Battaglia dei convogli", le navi da guerra della Regia Marina effettuarono missioni di trsporto urgente di uomini, rifornimenti e mezzi in Africa settentrionale. (Coll. E. Bagnasco) |
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La nave da battaglia Vittorio Veneto attraversa il canale navigabile di Taranto diretta in Mar Grande, nella primavera del 1942, al termine dei lavori di riparazione dei danni subiti nel siluramento del dicembre preccedente. (Coll. E. Bagnasco) |
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Affondamento del piroscafo Caterina (4.786 tsl) in navigazione da Napoli a Tripoli. In questa foto, scattata da bordo del cacciatorpediniere Sebenico (ex Beograd jugoslavo) nel tardo pomeriggio del 19 ottobre 1941, si riconosce, in primo piano, il caccia Oriani che ha tentato il rimorchio del piroscafo dopo che questo era stato colpito alcune ore prima da un aerosilurante. (Coll. A. Rastelli) |
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Vedi altri particolari sul piroscafo Caterina | |
Il cacciatorpediniere Libeccio affonda nelle acque dello Ionio alle h 11.18 del 9 novembre 1941. Il Libeccio, con altri cinque caccia, costituiva la scorta diretta del noto "Convoglio Duisburg", composto da 7 piroscafi e totalmente distrutto da incrociatori e caccia inglesi in un attacco notturno, nonostante la copertura a distanza di una divisione di incrociatori pesanti italiani. La perdita delle oltre 34.000 tonnellate di materiali bellici e combustibili che il convooglio trasportava, risultò particolarmente grave in un momento difficile per le operazioni in Africa settentrionale. (Coll. E. Bagnasco) |
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Tranquilla conclusione nella acque della Spezia del trasferimento da Napoli della nvi da battaglia della IX divisione nel pomeriggio del 7 dicembre 1942. Nella foto, scattata dalla poppa del Littorio, si riconoscono, nell'ordine, Vittorio Veneto e Roma. (Coll. E. Bagnasco) |
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Acque delle isole Lipari, h 08.15 del 13 agosto 1942. Gli incrociatori Attendolo, in primo piano, e Bolzano sono stati da poco raggiunti dai siluri del sommergibile inglese Unbroken. Il primo è privo della estrema zona prodiera, asportata dall'esplosione, e il secondo è immobilizzato in preda ad un furioso incendio. Ambedue le unità verranno tuttavia faticosamente salvate ma non rientreranno più in servizio; in particolare l'Attendolo ormai riparato, verrà sorpreso, assieme alle altre unità della squadra, da un violento bombardamento aereo nel porto di Napoli il 4 dicembre 1942 e affondato (Coll. E. Bagnasco) |
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Un'inedita immagine della nave da battaglia Roma, ripresa da un aereo nel corso di una esercitazione con l'impiego delle apparecchiature nebbiogene nelle acque del Mar Ligure nell'estate del 1943. L'unità andrà perduta il 9 settembre successivo, affondata da bombardieri tedeschi al largo della Sardegna. (Coll. E. Bagnasco) |
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Il cacciatorpediniere Carabiniere, in servizio di scorta alla corazzata Roma, ripreso durante la stessa uscita della foto precedente. Il 9 settembre successivo, il caccia sarà destinato a soccorrere i naufraghi del Roma e finirà internato alle isole Baleari sino all'inizio del 1945. (Coll. E. Bagnasco) |
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Due immagini del bombardamento aereo di quadrimotori dell'USAAF sulla base della Spezia il 5 giugno 1943. Nella foto si riconoscono, da sinistra a destra, le navi da battaglia Roma (al molo della Varicella), Littorio (al molo Lagora) e l'incrociatore Bolzano (in attesa di lavori, alla banchina Scali). (Coll. E. Bagnasco) |
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La torpediniera Tifone autoaffondata davanti a Korbus (Tunisia) il 7 maggio 1943 dopo essere stata gravemente danneggiata da un attacco aereo durante una missione di scorta ad una nave mercantile negli ultimi giorni della resistenza italo-tedesca in Tunisia. (coll. E. Bagnasco) |